Preparazione
Lessare i fagioli in abbondante acqua salata dopo averli ammollati per una nottata, aggiungendo salvia, aglio, rosmarino e qualche chicco di pepe nero.
Preparare a parte un battuto grossolano con carota, sedano, cipolla e due spicchi d’aglio e farlo rosolare in casseruola con l’olio.
Aggiustare di sapore con sale e pepe e far appassire bene le verdure.
Unire il cavolo nero tagliato sottilmente, al quale sarà stata tolta la costola centrale. Far cuocere 5 minuti, quindi aggiungere il pomodoro, allungato in poca acqua di cottura dei fagioli.
Far bollire il tutto per circa un’ora e mezzo, quindi unire una parte dei fagioli interi e il resto passato in purea molto densa.
Se necessario diluire la minestra ancora con acqua, quindi versare a pioggia la farina gialla e far cuocere per circa 30 minuti.
Servire la farinata cosparsa di olio e pepe nero macinato al momento.
Curiosità
Piatto che ha origine sulle montagne pistoiesi, legato all’utilizzo della farina gialla.
E’ una ricetta eseguibile solamente in inverno, quando il cavolo nero è reperibile fresco sul mercato.
Il momento migliore è quello dopo la prima gelata, che sembra tonifichi e dia forza alle foglie di questo inconsueto ortaggio, difficile da reperire al di fuori del territorio toscano.
La farinata era mangiata di solito alla sera: quella avanzata veniva fatta solidificare ed affettata al mattino successivo, per poterla grigliare e consumare quale robusta colazione.
Oppure veniva fritta e rimessa in salsa di pomodoro, in maniera da poterla servire di nuovo la sera successiva e poter riempire lo stomaco con modica spesa.