Preparazione
A dispetto del suo nome, questa zuppa non è affatto originaria del Nord Italia ma anzi, in Lombardia è totalmente sconosciuta! Si dice che sia stata servita per la prima volta nel ‘700 presso una nota trattoria pratese (che esiste ancora oggi) all’epoca gestita da una certa vedova di nome Lombarda: da lei deriverebbe il nome di questa semplice e gustosa vivanda. Secondo un’altra ipotesi, tuttavia, l’origine di questa zuppa non è pratese ma maremmana, ed è molto più antica: per la sua facilità di preparazione, infatti, essa rappresentava il cibo solitamente consumato dai Longobardi durante la loro dominazione nell’Italia centro-settentrionale.
Quale che sia la vera origine di questa zuppa, quel che è certo è che chi l’ha preparata la prima volta l’ha fatto un po’ per esigenza, data l’esiguità degli ingredienti, e un po’ per virtù: è per questo che in molte zone della Toscana essa è conosciuta anche come “zuppa bastarda”!
Solitamente questo piatto viene preparato con i fagioli bianchi, ad eccezione della zona di Pietrasanta dove si utilizzano i fagioli “scritti” (borlotti) e la ricetta prende il nome di “zuppa a battiscarpa”.
La sera precedente ponete i fagioli piattellini a mollo in abbondante acqua.
Il mattino seguente scolateli, rimetteteli nella pentola, coprite con 1,25 l di acqua ed unite gli spicchi d’aglio e la salvia; cuocete per circa un’ora e 15 minuti a fuoco lento e con il coperchio.
Arrostite le fette di pane sotto il grill del forno e ponetene tre in ogni scodella; versate su ogni piatto un ramaiolo di fagioli piattellini con il loro brodo caldo, condite con un filo d’olio, un pizzico di sale ed una macinata di pepe e servite subito, decorando con qualche anellino di cipolla tagliata fine.